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DAL PD PIEMONTE UN’AGENDA PER LE POLITICHE AMBIENTALI

Oggi migliaia di giovani in tutto il Piemonte hanno animato le piazze e le vie delle nostre città per rivendicare il diritto al futuro. Le parole di Greta Thunberg alle Nazioni Unite hanno suscitato le reazioni volgari dei soliti leoni da tastiera, noi invece le riconosciamo il merito di aver incentivata la nascita  di un movimento giovanile mondiale e di massa, capace di rappresentare istanze, obiettivi, ideali che tocca alla politica intercettare e tradurre in proposte concrete. Al di là delle giuste discussioni della comunità scientifica sull’entità, i tempi e le conseguenze del surriscaldamento globale, è sotto gli occhi di tutti come una società globale regolata solo dall’obiettivo della crescita senza attenzione per la sostenibilità non possa reggere. Anche noi in Piemonte dobbiamo fare la nostra parte, sia pure consapevoli che l’ecosistema globale sopravvivrà solo grazie ad uno sforzo congiunto di tutti i Paesi del mondo.

Il Partito democratico piemontese da questa estate sta elaborando un’agenda ambientale composta dai seguenti punti:

 

1) aree industriali dismesse: riconvertire oppure demolire. Da Villadossola a Biella all’hinterland torinese, molte sono le situazioni di degrado che derivano dalla presenza di aeree abbandonate, costruzioni o edifici non più funzionali e senza scopi. Proponiamo una politica di riqualificazioni mirate, volte all’insediamento di nuove forme produttive, come quelle derivanti dall’economia circolare, ma proponiamo anche una strategia di demolizioni intelligenti, da concordare con enti locali e privati, per ciò che non è più recuperabile.

 

2) nei prossimi anni dovrà essere completata una politica di accorpamento delle società che gestiscono i servizi di acqua pubblica. I dati ci parlano di una situazione degli acquedotti e delle tubature a macchia di leopardo: in molti casi si riscontra un’obsolescenza degli impianti che produce inefficienze e dispersione del cosiddetto “oro blu”. Chiediamo che la politica di miglioramento della governance del sistema idrico non si limiti ad una mera operazione di risparmio, ma sia l’opportunità per rilanciare manutenzioni e lavoro.

 

3) bisogna che in Piemonte si chiuda il ciclo dei rifiuti. Il modello promosso dall’Europa prevede: aumento massimo possibile della differenziata (da cui derivare nuovi lavori, come il trattamento dei rifiuti a fini di economia circolare), la trasformazione dell’indifferenziato residuo in “ecocubi” (i rifiuti sono compattati e resi inerti) e incenerimento di ultima generazione. In Piemonte molte province eco-compattano, ma poi trasferiscono il loro indifferenziato a Brescia (impianto di a2a). Il termovalorizzatore di Torino, d’altra parte, non può farsi carico del rifiuto di tutto il Piemonte.

 

Su queste e altre questioni si concentrerà il lavoro del forum Ambiente del PD Piemonte in via di attivazione.

 

Paolo Furia, Segretario regionale PD Piemonte

 

Michele Miravalle, Responsabile Ambiente segreteria regionale