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ROSSI – VALLE – LAUS: GIU’ LE MANI DALLA NON AUTOSUFFICIENZA

“Il maxi emendamento presentato oggi da CAUCINO in commissione quarta riduce da 55 a 50 milioni sul 2020 le risorse destinate ai soggetti in specifica condizione di fragilità, sottraendole dal capitolo con cui, oltre al resto, si sostengono gli assegni di cura per malati non autosufficienti torinesi. Ancora più tragica la situazione su 2021 e 2022, dove il taglio ammonta a 10 milioni.” lanciano l’allarme Domenico Rossi, vicepresidente della commissione sanità e Daniele Valle, consigliere regionale torinese.

“Nel 2019 sullo stesso capitolo c’erano 57,5 milioni ed è evidente perciò il nostro allarme. Vero che vengono appostati cinque milioni sul capitolo della L10/2010, probabilmente con l’intento di sostenere politiche analoghe sul resto del territorio regionale, ma se quello è l’intento, 5 milioni non sono che una goccia nell’oceano, mentre rischiano di essere una catastrofe sul tessuto già fragile della Città. Bisognerebbe piuttosto estendere queste politiche virtuose, che fanno risparmiare e incontrano il favore delle famiglie: in questo senso il PD presenterà un emendamento al bilancio finalizzato a salvaguardare le risorse destinate al torinese e estendere questa opportunità sul resto del territorio”.

Il tutto mentre invece si muovono le cose anche sul piano nazionale nell’ottica di riconoscere il diritto alle cure domiciliari come il Piemonte prevederebbe sin dall’approvazione della LR 10/2010.

“Sarà finalmente incardinata in commissione Sanità del Senato la mia proposta per salvaguardare il diritto costituzionale delle persone non autosufficienti a ricevere anche in casa un piano di assistenza e di cura adeguato, senza più disparità di trattamento e di tutele rispetto a coloro che scelgono e ottengono il ricovero in Rsa”. Lo annuncia il senatore del Pd, Mauro Laus, primo firmatario di un disegno di legge avente ad oggetto “Norme in materia di priorità delle prestazioni domiciliari per le persone non autosufficienti”.

Con la sua proposta Laus persegue la piena applicazione delle leggi vigenti, a partire dalla 833/1978, che impongono al Sistema sanitario di considerare le persone con disabilità intellettiva grave e autismo, così come i malati non autosufficienti, titolari di diritti esigibili in materia di presa in carico per la tutela della propria salute.