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Dalla parte dei più piccoli Un Piano infanzia per ripartire

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SCARICA IL PIANO INFANZIA PER RIPARTIRE

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“La ripartenza avvenga proprio dalle bambine e dai bambini, dalle ragazze e dai ragazzi”, è così che il segretario Nicola Zingaretti ha annunciato “Il Piano Infanzia“, che il Partito Democratico ha messo a disposizione del governo e che è già stato accolto in parte nel DL Rilancio.

 

Il PD sulla base di questo programma presenterà degli emendamenti in Parlamento nelle prossime settimane.

 

Il Piano è stato elaborato con il contributo di diverse associazioni di settore tra le quali: Save the Children; Forum delle Famiglie; Associazioni Famiglie Affidatarie). Il tema è ripartire dai bambini e dai bisogni delle famiglie.

 

Le proposte del Partito Democratico mettono al centro i diritti e i bisogni dei bambini e delle bambine e propongono alle famiglie, alle istituzioni, alla scuola, agli enti del Terzo settore, un nuovo patto per costruire insieme le risposte migliori nel più breve tempo possibile.

 

Ecco i punti più importanti presenti nel Piano 

 

• Attivare da subito progetti educativi sperimentali territoriali rivolti a bambini e bambine all’interno di una cornice nazionale, sulla base di Enti locali costruiti con i Comuni e i soggetti del Terzo settore e con il sostegno delle Regioni, mettendo a disposizione di questi soggetti spazi, anche scolastici, risorse e personale per le attività educative e di cura; nel caso dei centri estivi necessario è lo sviluppo di un programma che preveda piccoli gruppi,con un costante monitoraggio dello stato di salute con test sierologici e misurazione della temperatura per chi si occuperà di loro.

 

• Garantire ai bambini e ai ragazzi la possibilità di accesso a spazi educativi già durante l’estate, mettendo in campo le strutture scolastiche ed altri spazi, in particolare l’outdoor, prevedendo al contempo misure a ridurre al minimo le possibilità di diffusione dell’infezione e proteggere la loro salute.

 

• Rafforzare il sistema integrato di educazione e istruzione “zerosei”, promuovendo alleanze pedagogiche più strutturate sui territori, potenziando l’offerta formativa e la messa in rete a livello locale dei servizi socio-educativi e socio- assistenziali: integrare l’offerta di servizi educativi e di cura per i bambini fascia 0-6 attraverso una progettazione che coinvolga Comuni, Terzo settore, associazioni e scuole.

 

• Combattere il digital divide: assicurare a tutti i bambini e i ragazzi l’accesso agli strumenti digitali, sia a scuola che all’interno delle famiglie, con un’offerta educativa e formativa digitale dedicata proprio ai più piccoli.

 

• Potenziare i servizi educativi e scolastici necessari a garantire maggiore inclusione e supporto a bambini e ragazzi disabili (potenziando la relazione educativa, in sicurezza, con gli insegnanti di sostegno che spesso sono l’unica relazione extrafamiliare, ricordando che la didattica a distanza aggiunge isolamento a isolamento per questi ragazzi o appartenenti ai gruppi più vulnerabili; azioni specifiche per bambini allontanati dalle famiglie, minori in famiglie affidatarie, minori in carcere, bambini vittime di violenza, minori in condizioni di economico e sociale.

 

• Approvare e finanziare la proposta di legge PD per l’assegno unico e la dote unica per i figli.

 

• Estendere lo strumento dei “bonus baby sitting” consentendone l’utilizzo anche per il pagamento di altri servizi educativi, asili nido, accesso ai centri estivi da attivare da subito per piccoli gruppi sulla base di progetti locali costruiti con i Comuni e gli attori del Terzo settore.

 

• Estendere i congedi parentali per tutto il periodo dell’emergenza a ciascuno dei genitori prevedendo misure di premialità al fine dell’utilizzo di entrambi i genitori e da utilizzarsi obbligatoriamente in via alternativa; consentirne la fruizione anche con modalità “a ore”, per garantire il massimo impatto.

 

• Incentivare l’utilizzo dello smart working anche attraverso parziali sgravi contributivi e il finanziamento delle spese per acquisto del necessario materiale lavorativo, prevedendo anche forme di part-time in alternativa alla presenza.

 

• Consentire attraverso contratti collettivi aziendali la flessibilità organizzativa dei tempi di lavoro (orari diversi e flessibili di entrata e di uscita dal lavoro, cessione solidale di ferie e permessi fra colleghi oltre le ipotesi già previste dal dlgs 151/2015).

 

• Incentivare la fruizione delle ferie e dei permessi maturati (sgravi contributivi per le imprese e una maggiorazione ai fini previdenziali per il lavoratore da calcolarsi sull’assegno pensionistico oppure ai fini della maturazione dell’anzianità contributiva) e del part time reversibile.