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Misiani: “Scelte le priorità si può usare il Mes ma senza ideologie”

Sintesi dell’intervista di Antonio Misiani su La Stampa del 29/05/2020 – su partitodemocratico.it

”I soldi del recovery fund serviranno per gli investimenti, non per ridurre le tasse”. Lo sottolinea il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, in un’intervista a La Stampa. Quanto all’utilizzo del Mes, spiega ”non bisogna essere ideologici. Prima si decidono le priorità e si quantificano le risorse e si vede dove prenderle”.

Il Recovery Fund si utilizzerà per cancellare l’Irap?

”Le risorse del recovery fund vanno utilizzate per grandi progetti di investimento per la modernizzazione del Paese, iniziative per lo sviluppo sostenibile, le infrastrutture, l’innovazione digitale, la scuola e la ricerca, il rilancio di alcuni settori particolarmente importanti come il turismo e l’automotive. E poi c’è da finanziare il Green and innovation deal su cui la nuova Commissione europea punta molto”.

I tempi di attuazione

Sui tempi, il viceministro chiarisce: “la priorità è definire una strategia per il Paese, cosa che si può iniziare a fare da subito utilizzando il Programma Nazionale di Riforma di imminente presentazione. Il PNR può diventare la base per far partire una consultazione pubblica ed arrivare in autunno, in anticipo rispetto ai tempi indicati dalla Commissione, alla presentazione del Recovery Plan nazionale”.

 

Se lo spread scende, si abbasseranno le tasse?

A proposito della possibilità di un taglio delle tasse legato alla discesa dello spread, Misiani ricorda: “a fine marzo abbiamo convertito il decreto che taglia il cuneo fiscale a favore dei lavoratori. Col decreto Rilancio abbiamo compiuto una scelta di enorme portata, abolendo per sempre le clausole di salvaguardia che aumentavano Iva e accise”.

Riforma fiscale

Il viceministro sottolinea che “l’obiettivo, per la prossima legge di Bilancio, è varare una riforma fiscale complessiva. Un progetto a cui stavamo già lavorando a inizio anno, e cne ora va ripreso in mano come uno degli strumenti di ripartenza del Paese, che ci dovrà permettere di ridurre il carico ma anche di redistribuirlo”.

 

Il Mes non serve più, oppure serve subito perché il Recovery fund partirà tardi?

“Dobbiamo innanzitutto definire cosa vogliamo fare e il relativo fabbisogno finanziario, e poi guardare con grande pragmatismo ai diversi strumenti messi in campo dalla Ue. Il programma Sure, i prestiti Bei, la nuova linea di credito Mes”.

 

L’intervista integrale su La Stampa