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Alessandro Zan: “Omotransfobia e misoginia, una legge per ridurre le disuguaglianze”

L’Italia deve colmare questo vuoto e non possiamo permetterci di perdere questo treno. Non è più accettabile questa condizione di disuguaglianza

Fonte: Immagina.eu 2 luglio 2020

Nell’Unione europea tutti i grandi Paesi hanno leggi che tutelano le persone dall’odio legato all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Tutti tranne l’Italia, dove da quasi 25 anni si cerca di riempire questa grave carenza. Ora però l’occasione è arrivata, in Parlamento, con la proposta di legge presentata dall’onorevole Alessandro Zan e approdata due giorni fa in commissione Giustizia, alla Camera.

La ratio del testo presentato dal deputato dem, con il quale abbiamo avuto modo di parlare telefonicamente, si basa su un principio di democrazia talmente scontato che nessuna persona di buon senso dovrebbe provare a mettere in discussione, nemmeno lontanamente. Ovvero dare diritti a chi purtroppo ancora non ne possiede, fermando l’odio e le violenze. Come quelle subite recentemente dal ragazzo gay, a Pescara, aggredito e picchiato ferocemente da sette giovanissimi mentre passeggiava mano nella mano con il suo compagno. Eppure nel nostro Paese c’è chi insorge, pronto a una battaglia per contrastare il ddl, basando la propria tesi sul pregiudizio e senza offrire alcuna spiegazione concreta.

Onorevole Zan, tra gli oppositori al suo testo c’è anche Salvini, il quale ha attaccato la sua proposta usando l’argomento ‘allora io presento una legge contro l’eterofobia’. Cosa risponde?

Salvini dovrebbe comportarsi più seriamente, in generale, ma soprattutto quando parla di argomenti così profondi. Qui stiamo parlando di persone oggetto di aggressioni, discriminazioni, violenze; persone che subiscono sulla loro pelle discriminazioni, che sono inaccettabili per il semplice fatto che partono da ciò che sono, del loro orientamento sessuale, della loro identità. In un Paese civile come il nostro non possiamo più tollerare che persone vengano aggredite e picchiate per strada per il solo fatto di avere un orientamento sessuale diverso. Come accaduto qualche giorno fa a Pescara.

Da quasi 25 anni si cerca di riempire questa grave carenza di diritti, come siete arrivati a questo passo così importante e qual è la ratio della proposta depositata alla Camera?

La legge è un testo integrato, avanzato, frutto di una sintesi delle proposte avanzate in Parlamento dove, accanto a una parte penale, che punisce i crimini d’odio per orientamento sessuale, identità di genere e genere, c’è anche una parte di politiche positive, che punta alla promozione e alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questo fenomeno. Ci sono quindi anche politiche di protezione, di sostegno e assistenza per le vittime di violenze.

Ci spieghi meglio questa parte che non riguarda il penale.

Nel testo si parla di centri anti discriminazione che non sono rivolti soltanto alle vittime di reato, ma a tutti quei casi di fragilità. Mi riferisco, ad esempio, alle persone sbattute fuori di casa da genitori che non accettano l’omosessualità dei loro figli, o a chi si trovano in una condizione di disagio e violenza. Per loro è previsto un sostegno, un’assistenza psicologica e legale, oltre a una mediazione sociale. Proprio perché riteniamo fondamentale condurre questa persona a un pieno reinserimento sociale, dopo un primo momento di protezione e assistenza. Ovviamente siamo all’anno zero da questo punto di vista. Questo genere di centri sono ancora solo a Roma, Milano e Torino. Se ne contano pochissimi in Italia. Per cui bisogna cominciare con un progetto pilota e pian piano creare questi centri in tutta Italia. Ecco, la legge si occupa di utilizzare un fondo, rinnovato ogni anno, proprio per raggiungere questo obiettivo.

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