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Misiani: Spendere bene i fondi europei. Inizieremo a scrivere il Recovery Plan italiano

su partitodemocratico.it – L’intervista al viceministro dell’Economia Antonio Misiani – di Antonio Troise, QN del 27 luglio 2020

Recovery Plan italiano

“Chiederemo al Parlamento altri 25 miliardi per continuare a sostenere il lavoro, le imprese e gli enti territoriali. E inizieremo a scrivere il Recovery Plan italiano, la base per utilizzare i 209 miliardi dell’Europa”. Lo afferma Antonio Misiani, viceministro dell’Economia, in una intervista al Quotidiano Nazionale.

a”Da marzo – precisa – abbiamo stanziato 75 miliardi. Una cifra enorme, quattro punti e mezzo di Pil, l’equivalente di cinque Finanziarie. Saliremo a 100 miliardi con il prossimo scostamento di bilancio. Nella Ue solo la Germania ha fatto uno sforzo simile”.

Lo scostamento sarà sufficiente per arrivare alla fine dell’anno? “Crediamo di sì. Utilizzeremo queste risorse per prorogare gli ammortizzatori sociali e le scadenze fiscali, per aiutare gli enti locali e le regioni e per sostenere alcuni settori come turismo e automotive”.

Sottolinea quindi che spendere i fondi europei “è il nodo più importante. Il dibattito sul Recovery Fund spesso è surreale. Chi si lamenta della tempistica di erogazione delle risorse non si rende conto del cambio di passo che serve per utilizzare davvero quei fondi”.

Si possono usare queste risorse per ridurre le tasse? “I fondi europei servono per gli investimenti, la riforma fiscale la faremo con le risorse nazionali. Le troveremo razionalizzando le agevolazioni fiscali e riducendo drasticamente l’evasione”.

Diremo addio a Quota 100?

“Era una misura transitoria, scade a fine 2021, non verrà prorogata. Bisogna discutere con le forze sociali meccanismi diversi di flessibilizzazione dell’età di pensionamento”.

Il Recovery fund rende superfluo il Mes?

“Vedremo. II governo sul Recovery Fund ha ottenuto un risultato straordinario: con l’accordo finale all’Italia vanno addirittura più risorse di quelle inizialmente previste, 209 miliardi anziché 173. Merito di Conte ma anche della squadra del Pd tra Roma e Bruxelles, da Amendola e Gualtieri fino a Gentiloni e Sassoli”.

Quindi rassicura che “entrate e uscite sono in linea con le previsioni, lo spread è sceso molto e non c’è alcun problema di sostenibilità dei conti pubblici. Ma superata la recessione il debito andrà rimesso su un sentiero discendente”.