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Andrea Giorgis: Ridurre i rischi di diffusione dei contagi negli istituti penitenziari tutela la salute di tutti

Ridurre i rischi di diffusione dei contagi negli istituti penitenziari tutela la salute di tutti: della polizia penitenziaria, del personale amministrativo, dei detenuti e anche dei cittadini liberi: perché ogni contagio, come è evidente, può avere ripercussioni sull’intero sistema sanitario.

In questa prospettiva nel Decreto Ristori sono state inserite anche alcune misure relative ai detenuti.

1) Licenze e permessi straordinari per i detenuti in regime di semilibertà e per quelli ammessi al lavoro esterno;

2) detenzione domiciliare per i detenuti che devono scontare una pena residua non superiore a a diciotto mesi.

Entrambe le misure non potranno essere applicate ai delitti di cui all’art 4-bis della legge 26 luglio 1975, n.354 e dagli articoli 572 e 612 bis del codice penale (mafia, terrorismo e gli altri delitti di grave allarme sociale compresi i delitti di maltrattamento e gli atti persecutori).

La detenzione domiciliare non potrà inoltre essere applicata: ai delinquenti abituali, professionali o per tendenza; ai detenuti che sono sottoposti al regime di sorveglianza particolare; ai detenuti che nell’ultimo anno siano stati sanzionati o oggetto di rapporto disciplinare per disordini o sommosse; ai detenuti privi di un domicilio effettivo e idoneo anche in funzione delle esigenze di tutela delle persone offese dal reato; e nei casi in cui il magistrato di sorveglianza ravvisi gravi motivi ostativi alla concessione della misura.

Insomma, disposizioni ragionevoli che smentiscono gli scenari apocalittici irresponsabilmente paventati dalla Lega e che mi auguro trovino una rapida applicazione, nei confronti di tutti i potenziali destinatari, e siano così in grado di contribuire (insieme alle direttive del Dap e dei Provveditorati contenti significative misure di prevenzione, cura e di gestione dei positivi) a scongiurare una diffusione dei contagi negli istituti penitenziari.