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LE SCHEDE PIEMONTESI PER IL RECOVERY FUND DIMOSTRANO LA SCARSA CAPACITÀ DI VISIONE DELLA GIUNTA CIRIO

Dopo aver scoperto da un’indiscrezione giornalistica quali erano le schede mandate il 5 novembre dalla Giunta Cirio al Governo per il Recovery Fund (13 miliardi e 140 milioni di euro, un altro bilancio regionale), finalmente lunedì 23 siamo riusciti ad ottenere un confronto in commissione consiliare.

In questa sede il Pd ha domandato perché, nelle schede del Recovery Fund presentate dalla Giunta, ci sia poco o nulla sull’equità di genere e l’occupazione femminile, sull’edilizia residenziale pubblica, sul diritto allo studio universitario, sulle strutture sanitarie di prossimità e sulla domiciliarità, sul Parco della Salute di Torino e la Città della Salute di Novara, sulla denatalità, sullo sviluppo di nuove imprese… tanto per fare degli esempi.

Su un tema prioritario come la formazione professionale la Giunta Cirio ha proposto soltanto 64 milioni di euro, mentre altri progetti decisamente meno importanti come il ripristino delle strade bianche d’alta quota avrebbero ben 50 milioni. Questo rende l’idea della totale assenza di un disegno complessivo e di un ordine di priorità tra i progetti, come se nella fretta avessero tirato fuori dai cassetti tutto quello che c’era senza dargli una gerarchia d’importanza ed anzi privilegiando alcuni discutibili interessi territoriali molto localistici che nulla hanno a che vedere col concetto di investimento.

La direttrice Paola Casagrande ha spiegato che le Linee guida del 15 settembre sulla definizione del Piano nazionale #NextGenerationEu prevedono una valutazione negativa per i progetti finanziabili integralmente tramite altri fondi UE (come la formazione professionale che quindi sarebbe stata sotto dimensionata). Inoltre, questi progetti devono avere impegni di spesa giuridicamente vincolanti entro il 2022 e devono essere realizzati entro il 2025 e cioè esclude alcune opere infrastrutturali, come la linea 2 della metropolitana a Torino. Andremo a verificare, ma resta da capire perchè allora la voce della formazione professionale sia stata inserita. Un Piano d’investimenti così rilevante dovrebbe dare il giusto spazio alla riqualificazione di masse di lavoratori che resteranno disoccupati o alla formazione dei giovani, che sono a rischio dispersione scolastica più che in passato a causa della crisi economica.

Fortunatamente, le schede presentate da Cirio sono una mera ipotesi di lavoro, ancora modificabile. Non c’è peraltro ancora certezza sulla quantità di risorse che sarà destinata a ciascuna Regione e solo più avanti si capirà su quali progetti lo Stato interverrà direttamente e su quali saranno coinvolte le Regioni.

La scelta finale avverrà a Roma e questo ci conforta, vista la scarsa capacità di visione di questa Giunta. In ogni caso, come Pd Piemonte cercheremo di individuare delle priorità per essere pronti quando si arriverà al dunque e per non disperdere questa straordinaria occasione di rilancio offerta dalla svolta europea.


Monica Canalis