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Grave scelta regione contro l’aborto

Dopo il tentativo della Giunta Cota, la Regione Piemonte governata dalla destra riprova a minare l’impronta laica dei consultori pubblici, i luoghi per eccellenza per la tutela della salute delle donne e della maternità consapevole, promuovendo con apposito bando un canale preferenziale di accesso alle associazioni che contengono nel proprio dettato statutario la tutela della vita fin dal concepimento.

E’ inammissibile che dopo decenni di vigenza della L. 194 – che, legalizzandolo, ha nel contempo determinato il crollo del ricorso all’aborto nel nostro Paese, proprio in ragione dell’attività di prevenzione e accompagnamento svolto dai consultori pubblici – il diritto delle donne all’interruzione di gravidanza sia ancora argomento di volgare battaglia politica.

Il sostegno alla maternità di cui si parla nel bando non può in alcun modo tradursi nell’ingerenza, nel momento della scelta, dei soli soggetti che hanno quale unica mission la tutela della vita embrionale a prescindere dalle condizioni e dalla stessa volontà della donna di portare a termine la gestazione.

La L. 194 è un testo estremamente equilibrato che già contempla, al comma d) dell’art. 2, ogni sforzo della struttura pubblica volto a “superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”.

Forzature ulteriori come quelle della Giunta Cirio rappresentano un approccio ideologico e colpevolizzante nei confronti delle donne che si avvalgono di un diritto sancito per legge, oltre che un tentativo di discriminare tra associazioni che, in forza di quella stessa legge, hanno già oggi libero accesso ai consultori pubblici del nostro Paese.

Il coordinamento delle delegate Piemontesi all’Assemblea nazionale delle Democratiche