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Vaccini: dai SISP l’allarme specializzandi

Nella giornata di ieri, nel corso del confronto con i responsabili dei SISP delle aziende sanitarie piemontesi sono emerse due problematiche in grado di condizionare pesantemente la campagna vaccinale.

I SISP, che nella prima ondata sono stati rinforzati con personale “prestato” da altri servizi, nel corso della seconda ondata hanno proceduto al reclutamento di giovani medici neolaureati che, nel corso di questi durissimi autunno e inverno, hanno saputo impegnarsi con passione e competenza, formandosi sul fronte della pandemia.

Ora è arrivato per molti di loro, oltre la metà secondo le stime espresse ieri in audizione, il tempo di cominciare la specializzazione e le rigidità del percorso formativo li obbliga a abbandonare il posto. Si dilapida così una grande esperienza e si rischia di non poterli sostituire, agli albori di una terza fase che si preannuncia cruenta.

Considerando che il loro percorso formativo prevederà momenti di tirocinio, non è possibile riconoscere il servizio che sosterrebbero in questi mesi e permettergli di restare in servizio? Davvero nell’emergenza che stiamo vivendo non è possibile trovare una soluzione straordinaria a un problema tutto sommato semplice, che salvaguardi il loro percorso formativo e la funzionalità di un servizio nevralgico?

Si tratta di un problema che nei giorni scorsi ha sollevato anche il sindacato ANAAO. È urgente che la Regione si sieda al tavolo con le Università e affronti con decisione questo nodo, che si sta rivelando, secondo i responsabili dei SISP, cruciale per garantirne l’operatività.

I SISP curano anche il processo di vaccinazione sul campo ed è emerso che ancora ci sono eccessive farraginosità burocratiche che assorbono forze che oggi, evidentemente, non possiamo dilapidare con tutta questa serenità.

Ai vaccinandi è infatti richiesto di compilare un modulo di anamnesi e consenso informato in modalità cartacea, lungo diverse pagine, i cui dati vanno poi anche riportati manualmente sull’applicativo informatico dagli operatori.  Applicativo tutt’altro che semplice e che finisce spesso per bloccarsi, rallentando ulteriormente il processo. Possibile che nel 2021 questi passaggi di anamnesi e informazione non possano anticiparsi o almeno svolgersi con supporti digitali?

Si tratta di elementi che rischiano di rallentare bruscamente la campagna vaccinale perché i SISP rischiano di trovarsi senza specializzandi, con le USCA che devono tornare sul territorio per l’aumento dei contagi e gli ospedalieri occupati sul fronte dei ricoveri. E con i MMG siamo ancora agli albori di un coinvolgimento operativo. Chi somministrerà le 20.000 dosi al giorno annunciate?

Daniele Valle – Coordinatore Gruppo di lavoro Covid19

Domenico Rossi – Vicepresidente Commissione Sanità