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Recovery piemontese: nessuna visione per il Piemonte

DIMENTICATA LA SANITA’, MA UN BEL SALTAFILA PER EVITARE I BANDI”

La Regione ha diffuso la notizia di una proroga al 16 aprile dei termini per presentare progetti per il Recovery.

Commenta così il Consigliere Valle: “Se possibile, la versione piemontese del Recovery di marzo è peggiore di quella di gennaio. Sono aumentati i progettini, arrivati a oltre 1200, che però ricadono sempre sugli stessi, pochi, comuni, scelti con non si sa quale criterio. Questa nuova proroga non fa altro che peggiorare la situazione. Qualcuno diceva che a pensare male si fa peccato, ma…

Molte voci aggregate sono ora spacchettate in tanti interventini: era previsto a gennaio 1 miliardo sulla scuola, ora c’è un elenco senza criteri di scuole. Ciclabili e cantieri sulla banda larga in centinaia di progetti isolati, senza una regia regionale che li renda utili. Non sarebbe stato meglio, per entrambi gli ambiti, un grande progetto regionale?

I bandi gestiti dalla Regione fanno forse paura? Non ci sono valutazioni di strategia, risultati attesi, generatività del progetto”.

Il Vicepresidente della IV Commissione Rossi specifica: “Il documento finale presentato dalla Regione al Governo sembra non tenere minimamente conto delle finalità e delle indicazioni del PNRR. Il tour dell’ascolto diventerà il tour delle illusioni: un conto da 26 miliardi di euro quando al Piemonte potrebbero esserne destinati nella migliore delle ipotesi la metà.

Tante sovrapposizioni senza scelta: a partire dalla stazione dell’alta velocità sulla linea Torino – Milano, che viene proposta a Chivasso e a Novara, ma con un investimento anche su Santhià.

Ma è la missione dedicata alla sanità che dimostra plasticamente come la Giunta non abbia colto il mandato e l’opportunità che avevamo davanti. Ad essa sono state dedicate solo lo 0,61% del totale e di queste il 74% alla sola provincia di Vercelli, che probabilmente è stata più veloce e brava a chiedere risorse. Nulla per Alessandria e VCO. Ma soprattutto nessun riferimento all’action plan richiesto dal governo con il quale le regioni dovrebbero ridisegnare l’assistenza socio-sanitaria a partire da Case della Comunità, Ospedali di Comunità, telemedicina e Assistenza domiciliare. C’è da sperare che il governo rimandi indietro il documento e si sostituisca alla Regione o la costringa a fare ciò che è necessario”.