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Edilizia Sociale: la Regione discrimina il diritto all’abitare.

“DOPO IL PRONUNCIAMENTO DEL TRIBUNALE, LA GIUNTA CIRIO FINALMENTE DOVRÀ PORRE FINE ALL’INIQUITÀ DI TRATTAMENTO NELL’ACCESSO ALLA CASA”

“Per fare domanda di casa popolare, in Piemonte è necessario attestare l’assenza di proprietà immobiliari in Italia e all’estero. Con una nota del 14 novembre 2019, l’assessore regionale Caucino ha introdotto una distinzione tra italiani e stranieri: gli italiani possono esibire la sola dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, attestante l’assenza di proprietà immobiliari, mentre agli stranieri (cittadini extra Ue), viene chiesta un’apposita certificazione rilasciata dalle autorità dei Paesi d’origine e poi legalizzata, senza tener conto delle carenze e lentezze amministrative di questi Paesi e delle condizioni di scarso benessere dei richiedenti”: lo dichiara la consigliera regionale Monica CANALIS (Pd), in merito ai criteri per accesso agli alloggi in Edilizia Residenziale Pubblica. “Questa disparità di trattamento configura una discriminazione, a cui il Tribunale ha posto fine grazie a un ricorso dell’Asgi. Anche la legge regionale dell’Abruzzo che richiedeva agli stranieri documentazione ulteriore rispetto agli italiani per accedere all’edilizia residenziale pubblica è stata dichiarata discriminatoria. La certificazione o attestazione di assenza di proprietà immobiliari all’estero, rilasciata dalla competente autorità dello Stato di nazionalità, è un adempimento burocratico spesso reso impossibile dalle carenze amministrative degli Stati d’origine. Poco a poco le iniziative incostituzionali di questa Giunta vengono smontate e lo stato di diritto è ripristinato”.

Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale

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PRIMA I PIEMONTESI? NO: PRIMA I PIU’ DEBOLI!

“Apprendo dagli organi di informazione che il Tribunale di Torino con un’ordinanza ha accolto il ricorso presentato da ASGI contro la Regione Piemonte e ha riconosciuto riconoscendo il “carattere discriminatorio” della circolare con cui la Regione ha imposto ai soli cittadini extracomunitari di dimostrare l’assenza di proprietà nello Stato di nazionalità, per poter presentare domanda di accesso agli alloggi di edilizia popolare e ha, pertanto dichiarato illegittima la sospensione delle domande presentate dai cittadini stranieri che non avevano prodotto documentazione. Mi sembra chiarissimo che con questo atto il Tribunale ha chiarito che il diritto all’abitare non dipende dalla nazionalità o dal colore della pelle, ma è un diritto dell’essere umano” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno.

“Questa ordinanza – prosegue Sarno – anticipa quanto potrebbe accadere alla legge dell’Assessora Caucino sul tema dell’edilizia sociale che mira a prevedere una corsia preferenziale per i piemontesi residenti nella regione da 10,15 o addirittura 20 anni, nell’assegnazione di una casa popolare, secondo lo slogan “Prima i piemontesi”, un motto quanto mai in contrasto con le norme della nostra Costituzione e con quelle di un’Unione Europea libera, democratica, aperta” prosegue Sarno.

“Non credo che introdurre premialità basate sugli anni di residenza nella nostra Regione possa essere un criterio valido per risolvere il problema dell’emergenza abitativa dal momento che altri sono i fattori che determinano la necessità di richiedere una casa. La vulnerabilità sociale è, infatti, determinata dalla perdita del lavoro, dagli sfratti per morosità e penso che tutto questo non possa essere superato dagli anni di residenza in Piemonte. Occorre intervenire sulla vecchia legge in materia di edilizia sociale, adeguandola ai tempi e alle nuove esigenze e non rendendola un provvedimento discriminatorio nei confronti di chi ha bisogno. Prima i piemontesi? No, prima i più deboli” conclude Sarno.