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In Piemonte sempre pochi tamponi molecolari

 IMPREPARATI PER LA VARIANTE DELTA

La decrescita dei contagi e l’avanzamento della campagna vaccinale non ci devono far abbassare la guardia.

I dati del contagio in Piemonte continuano a scendere, ma nell’ultima settimana del -24%, quasi la metà rispetto alle tre settimane precedenti quando siamo calati di oltre il -40%. La discesa sta rallentando: in altri stati europei (ad es. Inghilterra) questo trend ha anticipato un ritorno alla crescita dei contagi.

Il Piemonte in particolare desta preoccupazione il numero ridotto di test molecolari che si continuano a processare, gli unici idonei a rilevare la variante Delta.

Nella giornata di ieri il Piemonte ha processato 4782 tamponi molecolari. L’Emilia Romagna 7761, il Lazio 8169, la Campania 8399, il Veneto 9916, la Lombardia 17693.

Nell’ultima settimana Emilia Romagna e Lazio hanno processato quasi il doppio dei molecolari piemontesi, il Veneto si avvicina al triplo e la Lombardia lo supera abbondantemente. Anche Toscana e Campania ne hanno processati di più.

D’altronde i numeri assoluti denotano una difficoltà strutturale della nostra regione, mai superata. Dall’inizio della pandemia il Piemonte ha processato poco più di 3 milioni di tamponi (3081689). Emilia Romagna (5027788) e Veneto (5700848) oltre 5 milioni, Campania (4617773) e Lazio (4992421) poco meno e fuori scala la Lombardia con 9.457.541.

Con il periodo estivo e dati dei contagi bassi è l’occasione di rinforzare la nostra macchina diagnostica e di incrementare la nostra capacità di sequenziare varianti.

Noi oggi non sappiano quanti tamponi vengano sequenziati né sappiano, per i molti rapidi che si somministrano, di quale generazione siano (e quindi quale sia la loro reale capacità diagnostica). L’applicativo CSI non registra la tipologia di rapido utilizzata. Per questo sarebbe utile che l’assessore Icardi riferisse al più presto in Consiglio.

Per tenere sotto controllo il contagio non basta fare molti tamponi, ma bisogna farli in numero tale da tenere molto basso il rapporto positivi/tamponi. Bisogna farne tanti da subito, per contenere e non inseguire il contagio.

Si potrebbe infatti pensare che con un rapporto positivi/tamponi maggiore ci sia maggiore efficienza nell’identificare i soggetti positivi e si sprechino meno risorse. Ma in realtà questo indicatore alto significa semplicemente che un numero via via più importanti di casi sta sfuggendo al tracciamento e che c’è il rischio che i contagi si diffondano in maniera incontrollata.

Domenico Rossi – Vicepresidente IV Commissione

Daniele Valle – Coord. Gruppo indagine Covid