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Sopralluogo in via Traves: basta propaganda, serve un modello diverso di accoglienza

Oggi il nostro Gruppo consiliare in Consiglio regionale ha visitato l’hotspot di via Traves a Torino dove sono ospitati i migranti che arrivano in Italia e vengono inviati nei territori. Inutile girarci intorno: la situazione che abbiamo trovato è indegna di un Paese come il nostro. Non possiamo accettare che esista un’umanità di serie B. Partiamo dai numeri: 8 bagni e 2 docce per 429 ospiti, di cui 39 minori non accompagnati. Un tempo di permanenza medio di 4 settimane, anziché di 4 giorni come dovrebbe essere. Si dorme nei container, che però erano pensati per 140 ospiti. Gli altri nelle tende. Due grandi e moltissime mono-posto, la maggior parte ammassate dove prima c’era un refettorio e si poteva anche fare qualche attività come le lezioni di Italiano. Ora che sono più di 400 (e altri ne arriveranno nel week-end) c’è lo spazio per fare la fila per il pasto, operazione che dura diverse ore. Oggi c’era il sole e la temperatura era mite. Che cosa succederà tra qualche settimana con il freddo e le piogge?

«Dove potrebbero andare queste persone? Una volta sarebbero andati nei CAS, secondo un disegno di accoglienza diffuso, l’unico possibile che Salvini ha smantellato solo per propaganda. Grazie a Manlio e a tutti gli operatori della Croce Rossa che si occupano di queste persone e che ci hanno fatto una richiesta: servono vestiti per l’inverno e un container di stoccaggio. Ci attiveremo per fornire tutto il supporto necessario, ma continueremo a ribadire che serve un modello diverso: basta con la propaganda e con l’odio, si attivi l’accoglienza diffusa e si restituisca dignità a tutte queste persone» il commento del segretario regionale Domenico Rossi.

Anche il capogruppo Raffaele Gallo è intervenuto sulla vicenda «A Cirio chiediamo uno slancio e di intervenire subito presso il Governo chiedendo di investire nel verso giusto su politiche di integrazione e accoglienza, d’intesa coi sindaci del territorio, che riducano la tensione sociale già presente ed espressa in manifestazioni di cittadini degli ultimi giorni. Se ritiene giusto aprire un CPR qui ci dica in quale luogo e venga a discutere in aula con noi».