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Dipartimento Cultura

Proposta di legge per regolare sconti sui libri

UNA PROPOSTA DI LEGGE PER REGOLARE GLI SCONTI SUI LIBRI. Dichiarazione di Francesca CILLUFFO (Resp. Cultura PD Piemonte)

Mercoledì 14 luglio sarà presentata alla Camera dei Deputati la nuova legge sull’editoria che pone alcune regolamentazioni al settore: in sintesi prevede campagne promozionali con sconti massimi del 15% sul prezzo di copertina limitandole a undici mesi all’anno ed escludendo il mese di dicembre.

 

Alla luce delle proteste da parte dei piccoli editori, che coinvolge anche il Piemonte, è interessante valutare quello che succede al di fuori dell’Italia. Nei paesi dove le librerie e i lettori sono in aumento, lo sconto sui libri usciti da meno di un paio di anni è fissato al 5% in Francia mentre è completamente vietato in Germania. L’Inghilterra invece è la patria dello sconto selvaggio dove ipermercati e autogrill stanno rubando importanti fette di mercato a colossi come Borders. L’attuale situazione italiana, in cui lo sconto e la promozione non sono praticamente regolati, ha cominciato a mettere in crisi i grandi gruppi editoriali, alla perenne ricerca dell’offerta più appariscente sui titoli di grande vendibilità (best seller, novità molto pubblicizzate) che, grazie proprio alla grande vendita, sono in grado di sopperire alla diminuzione del margine economico.
Di fronte alla proposta di legge scritta da Riccardo Levi, nascono alcune riflessioni sia di carattere pratico, sia generali. Sul discorso “tecnico” della scontistica, le riflessioni sono legate alle regole economiche della concorrenza: tutti i concorrenti devono essere messi nelle medesime condizioni commerciali e ciò è ancora più vero quando il prodotto in questione è un bene assai particolare come l’oggetto libro. Lo sconto selvaggio non ha dunque altro obiettivo se non quello di consentire, a chi per motivi di “forza economica” se lo può permettere, di acquisire fette di mercato (e di spazio in libreria) a scapito di altri concorrenti. Nulla ha a che vedere con la qualità del prodotto veicolato, né, a ben pensarci, con un sano e auspicabile incentivo la lettura.
La seconda considerazione è più generale e va fatta sul prodotto libro. In Italia si legge molto poco, quasi non si legge si potrebbe dire, e la risposta data dal mercato editoriale per questo problema è una risposta legata al prezzo, alla convenienza del prodotto. Insomma, l’unico modo per vendere libri è applicare bollini colorati e strilli che indicano -25% -30%?

Per essere considerato appetibile, il libro deve partecipare allo stesso meccanismo commerciale legato a qualsiasi altro prodotto? Che il marketing debba fare la sua parte è innegabile, ma quello che ci aspetteremmo dall’editoria italiana e dal legislatore, dovrebbe essere un marketing votato all’avvicinamento alla lettura, alla creazione di un rapporto diretto e forte tra i cittadini e il libro, quello che il Piemonte, con la legge per la piccola editoria, e con le iniziative legate al Salone del Libro sta cercando di fare da tempo.
Se l’obiettivo dell’istituzione è quindi quello di incentivare la lettura dubito che una politica culturale basata sugli sconti possa essere la forma efficace, soprattutto a lungo termine. Leggere non è solo una questione economica (lo sconto finale sul prezzo di copertina di alcune campagne promozionali è comunque spesso pari al costo di un caffè al bar) ma anche di reali abitudini, di apprendimento, tempo e interesse. Il dubbio è che, più che incentivare il reale benessere e la crescita culturale, con questa legge venga data priorità agli interessi di alcune lobby editoriali, a scapito non solo degli editori e dei librai indipendenti, ma della libertà di scelta dei singoli lettori.

Francesca CILLUFFO Responsabile Cultura PD Piemonte
cultura@francescacilluffo.com