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Elezioni Trasparenti EUROPEE 2019 News e comunicati REGIONALI 2019

CONSIDERAZIONI IN MERITO E IN MARGINE AI BILANCI ELETTORALI

I Bilanci relativi alle spese sostenute per le contestuali campagne relative alle elezioni europee e alle elezioni regionali del 2019 sono contraddistinte da un forte contenimento dello sforzo finanziario, ancor più evidente se posto in relazione ai costi sostenuti cinque anni fa. Questo sforzo, sicuramente molto rilevante, è stato da un lato reso necessario dalla mutata condizione strutturale delle entrate,tra le quali non possono più annoverarsi i trasferimenti di risorse dall’organizzazione nazionale, a seguito dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti; dall’altra anche dalla volontà di segnalare un obiettivo di sobrietà in questo momento di particolare difficoltà per diversi settori della società italiana.

L’obiettivo per le elezioni regionali, in più occasioni dichiarato, era fissato intorno a una spesa di 60 mila euro, ed è stato sostanzialmente centrato, risultando inoltre per gran parte già coperto dalle quote di accesso alle candidature. La spesa per le elezioni europee è stata ancor più contenuta. Naturalmente, accanto all’impiego delle risorse proprie del livello regionale, vanno considerati gli interventi dei livelli provinciali, più consistenti per le elezioni regionali rispetto alle europei, che sono indicati nei documenti di bilancio.

Tre considerazioni politiche di fondo. La prima. Lo sforzo di contenimento delle spese di propaganda è ormai giunto in prossimità del punto di rottura dell’equilibrio tra una condotta sobria e l’esigenza di far giungere in maniera efficace il proprio messaggio. Inevitabilmente, sotto la soglia cui siamo giunti, l’ulteriore riduzione delle spese non potrà che tradursi in una minore capacità di contatto con i cittadini/elettori. Il che appare particolarmente negativo, allorché ci si accinge a sostenere una stagione di opposizione. Cominciamo, insomma, a misurare nel concreto, quanto l’abolizione del finanziamento pubblico incida negativamente sulle stesse dinamiche democratiche.

La seconda. Le prospettive finanziarie connesse alla minor rappresentanza uscita dalle urne (zero parlamentari europei piemontesi, meno della metà di eletti in Regione) ci pongono di fronte alla duplice esigenza di: ragionare su nuove forme di reperimento fondi (stiamo lavorando per avviare a breve una campagna straordinaria in tal senso); di avviare un significativo ridimensionamento strutturale delle uscite fisse, a cominciare dalla sede, per la quale stiamo proprio in queste settimane cercando una soluzione alternativa.

La terza. In particolare in occasione delle elezioni che comportano l’espressione di un voto di preferenza, ma secondo una tendenza che tocca più in generale il rapporto tra organizzazione e le singole personalità che di volta in volta si mettono in gioco agli appuntamenti elettorali, stiamo assistendo a un rovesciamento di quello che dovrebbe essere il naturale rapporto tra la matrice che concorre in maniera prevalente a determinare l’elezione (il Partito attraverso i voti ottenuti dalla lista) e il talloncino che il singolo candidato stacca da quella matrice, che in virtù delle preferenze  determina il successo o l’insuccesso della candidatura. Un meccanismo che accentua la trasformazione del Partito da collettivo/comunità a somma di individualità.

Su tutte e tre le questioni, penso si debba lavorare per trovare soluzioni capaci di restituire sostenibilità anche sul piano finanziario alla vita della nostra organizzazione democratica.

 

Torino, 5 agosto 2019

IL TESORIERE Daniele Borioli