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Borghi, formazione digitale e welfare di comunità. Col servizio civile il Terzo settore incontra il futuro

Luigi Bobba su immagina.eu

Non si può dire che il governo abbia dimenticato il Terzo settore nei decreti emergenziali e in particolare nel decreto “Rilancio”. Ma i provvedimenti approvati non riconoscono ancora in modo adeguato l’originale apporto che il Terzo settore può dare sia al rilancio economico del Paese che al rafforzamento della coesione sociale.

Le scelte fatte dal Governo e dal Parlamento però possono essere una leva per gli enti del terzo settore per affrontare le nuove sfide del prossimo autunno. Infatti sono stati estesi anche alle organizzazioni associative diversi dei provvedimenti che inizialmente vedevano come beneficiari solo le imprese. Mi riferisco alla cassa integrazione per i lavoratori, alla sospensione delle rate dei mutui, al posticipo del versamento di alcune imposte, ai contributi per l’acquisto di DPI e per la sanificazione degli ambienti.

Più in particolare, nel decreto legge 34/2020 “Rilancio”,vi sono diverse misure specifiche:l’incremento di 100 milioni del Fondo, previsto dall’art.72 del Codice del Terzo settore, per sostenere in particolare le attività delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale  e delle fondazioni del terzo settore volte a fronteggiare le emergenze sociali e assistenziali determinate dall’epidemia Covid -19;   un nuovo fondo sempre di 100 milioni destinato agli enti del Terzo settore del Mezzogiorno, di cui 20 da impiegare in azioni di contrasto alla povertà educativa; ancora, è stato esteso anche gli immobili degli enti del terzo settore l’ecobonus del 110%  per interventi di risparmio energetico; infine sono state introdotte diverse misure volte a sostenere le associazioni sportive dilettantistiche nonchè l’accelerazione delle procedure di riparto del 5 per 1000.

E’ rimasto invece sostanzialmente al palo il rafforzamento del Servizio civile universale. L’incremento di 20 milioni del fondo è del tutto inadeguato per ingaggiare quegli 80.000 giovani che ogni anno chiedono di accedere al servizio civile. Ora è tempo di dare corso effettivo a queste misure ma sopratutto di guardare avanti coinvolgendo pienamente il Terzo settore nel Recovery fund, ovvero nell’utilizzo delle risorse a fondo perduto e di investimento che arriveranno dall’Europa – circa 173 miliardi – e che andranno impegnate nei prossimi quattro anni.

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