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Marchionini e l’inatteso exploit di Verbania

Una sorpresa. È stato solo guardando il report del governo, stilato per assegnare contributi a fondo perduto alle località turistiche penalizzate dal Covid, che #Verbania ha scoperto di essere la seconda città in Italia per turisti stranieri in rapporto alla popolazione. Solo dopo Venezia, prima di Firenze. I dati sono stati calcolati sulle presenze del 2019 e mostrano come su 30.400 abitanti siano arrivati in un anno 913 mila turisti di cui tre quarti provenienti dall’estero, soprattutto da Germania, Francia, Olanda, Inghilterra, ma anche Stati Uniti e Russia. Il che significa che gli stranieri arrivati in vacanza nella città sulle rive del lago Maggiore sono stati 22 volte il numero dei residenti. Un’ incidenza che nessuno si aspettava, neanche la sindaca Silvia Marchionini.
Come avete fatto a non accorgervi di tutte queste presenze?
«Analizzando i dati abbiamo visto che oltre al turismo più classico del lago, quello di visitatori benestanti e di una certa età che stanno pochi giorni negli alberghi, più di mezzo milione di persone hanno trovato posto nel cosiddetto extraricettivo, fuori dagli hotel, e in particolare nei numerosi campeggi alle porte di Verbania. Si tratta di un turismo molto diverso, più giovane, fatto di famiglie numerose che arrivano soprattutto da altri Paesi europei, con una vocazione più ambientalista».
Questa analisi vi suggerisce nuovi investimenti?
«Verbania è una città piccola, con pochi giovani, ma che andrebbe svecchiata. L’ industria è ancora una presenza importante, che si fa fatica ad abbandonare per insistere sul turismo. Noi abbiamo preso consapevolezza di quanto conti il turismo ma vorremmo che anche le istituzioni si accorgessero di noi: il sistema dei laghi è il secondo polo turistico dopo Torino, eppure gli uffici della Regione sono molto distanti da noi… È una cosa che succede spesso nei posti di frontiera, però questo risultato potrebbe accendere una luce su questa zona, tanto più che siamo l’ unica città in Piemonte candidata a Capitale della cultura nel 2022».
Avete già dei progetti in cantiere?
«La scoperta di quanto sia numeroso questo turismo “naturalista” ci conferma che vanno portati avanti progetti che aspettano da anni di essere realizzati, come la pista ciclabile che dalla zona dei campeggi porta in centro. Poi stiamo lavorando a una nuova spiaggia fuori dalla città, oltre alle 7-8 cittadine, accessibile anche ai disabili. Poi vogliamo ristrutturare la stazione ferroviaria, anche se il treno è uno dei punti dolenti perché la linea del Sempione non è ben collegata. Poi vogliamo allargare il porto di Pallanza e abbiamo investimenti in parchi e ville: in una arriverà anche l’università del Piemonte orientale».
Quali sono state le ripercussioni della pandemia da coronavirus sul turismo e sull’economia di Verbania?
«Il danno c’ è stato, ma meno grave di quello che ci si aspettava e ad oggi si registra il 40 per cento delle presenze. Tutti gli alberghi hanno riaperto e soprattutto nel fine settimana sono frequentati da un turismo locale: ci sono piemontesi che sono venuti qui per la prima volta in questa estate anomala. Intra e Pallanza la sera sono piene, con i locali che hanno allargato i tavolini più del solito. È una Verbania che non si era mai vista».
Articolo de La Repubblica Torino dell’11 agosto 2020 di Federica Cravero.