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#IlNostroFuturo. Il Manifesto dei Giovani Democratici del Piemonte

8 marzo 2020: il presidente del consiglio Giuseppe Conte firma il DPCM che istituisce il primo lockdown nazionale.

Da allora il mondo sembra essersi fermato.

Il virus, nella sua profonda drammaticità ha fagocitato ogni altro discorso pubblico, ogni altro tema spinoso o meno, ogni altro problema. Ancora oggi, mentre scrivo queste parole, ci troviamo con entrambi i piedi dentro la pandemia e si fatica a vederne la fine.

Sopravvivere: sembra questa la parola d’ordine per tutti dallo scoppio dell’emergenza. Sopravvivere al virus ma sopravvivere anche alla povertà economica che la situazione ha generato. L’aspetto pericoloso di queste situazioni, però, è che subentri un sentimento egoistico di guerra “tutti contro tutti” pur di salvare la propria pelle. Le risposte inadeguate, e con ciò non si vuole comunque sminuire il lavoro svolto, arrivate dal governo nazionale e dai governi regionali, hanno creato una dicotomia pericolosa: quella tra salute ed economia. Questa dicotomia è arrivata a tal punto che rischia di far piombare alcune persone nell’indecisione drammatica tra l’ipotesi di morire per mano del virus o morire di fame per colpa della crisi economica.

Il virus sembra, quindi, aver nascosto dietro le sue enormi fauci qualsiasi problema che non lo riguardi. In realtà, l’effetto del virus è l’opposto: è quello di amplificare ancor di più i problemi pre-esistenti il diffondersi di questa tremenda malattia.

L’amplificarsi delle disuguaglianze sociali avvenuta negli ultimi anni, che ha portato l’1% della popolazione mondiale a spartirsi l’82% della ricchezza, produce effetti anche in tempi di pandemia. Perché è vero solamente a metà che il virus colpisce tutti indistintamente come fosse uno strumento di giustizia sociale. I più garantiti, coloro i quali possono permettersi luoghi sicuri e distanziati, senza la necessità di procurarsi quotidianamente il pane con cui mangiare, non correranno di certo lo stesso rischio di chi è costretto a fare di tutto pur di sopravvivere, indipendentemente dai rischi a cui va incontro. Non sono, quindi, scomparse tutte le ingiustizie che albergano questo mondo.

E’ ancora profondamente ingiusto che alcune persone al mondo si debbano preoccupare che non li colpisca un missile mentre dormono o mentre lavorano.

E’ ancora profondamente ingiusto che in alcune parti del mondo si continui a disboscare e si continui ad inquinare, senza preoccuparsi del male che stiamo facendo al nostro pianeta.

E’ ancora profondamente ingiusto che molti giovani debbano accontentarsi di contratti farlocchi e poco tutelati, che debbano accettare i soprusi di una generazione che non ha nessuna intenzione di lasciare i ruoli di responsabilità nascondendosi dietro l’abusata frase: “dovete fare la gavetta!”, come se questo giustifichi la mancanza di rispetto verso la dignità di giovani lavoratrici e lavoratori. Spiace per queste persone, ma abbiamo appreso a memoria la lezione di Berlinguer, che ci ha insegnato che lo sfruttamento del lavoro di altri esseri umani distrugge tutte le libertà e le rende vane, e non la dimenticheremo.

E’ ancora profondamente ingiusto, anche, che l’istruzione sia costantemente all’ultimo posto nella scala delle priorità dei governi che si alternano nel nostro paese come in altri. Che ci si affretti, per questo, a strappare i giovani dai loro banchi e dall’esperienza irripetibile della scuola, anche in tempi di pandemia, prima di cercare soluzioni alternative.

E’ ancora profondamente ingiusto, inoltre, che le diversità, che arricchiscono il nostro mondo, ancora oggi siano motivo di segregazione, di ghettizzazione e di violenza.

E’ ancora profondamente ingiusto che una donna debba difendersi dalle violenze all’interno delle mura della propria casa, il luogo più sicuro per antonomasia. Insomma, il mondo non è migliore di come lo abbiamo lasciato prima dell’avvento della pandemia. Il virus è un drammatico problema che si è aggiunto alle innumerevoli ingiustizie che contraddistinguono la contemporaneità. Un mondo profondamente ingiusto richiede giovani innamorati che abbiano la voglia e il desiderio di trasformarlo. Una comunità di giovani: ecco ciò che serve, l’esatto contrario dell’individualismo e della guerra “tutti contro tutti”.

Una comunità coesa, una comunità in simbiosi con il pianeta e l’ambiente in cui abita, una comunità sostenibile, una comunità inclusiva, una comunità solidale, dove solidarietà significa quel concetto meraviglioso che nasce dai concetti di sobrietà e di parsimonia, che nasce dall’accorgersi “dell’altro” e dal reciproco sostegno, che genera di conseguenza rispetto verso le altre persone e verso l’ambiente che abitiamo.

Comunità, solidarietà e sostenibilità sono tre concetti che dovremo “stamparci” nella mente per i prossimi decenni. Tre concetti che potranno aiutarci a creare un futuro più giusto, un futuro migliore. L’interiorizzazione di questi concetti e valori non è scontata. Non è sicuramente omogenea tra tutte le persone.

Assume ancora più importanza, quindi, trovare un luogo e una casa per chi, invece, ci crede, per chi condivide alcuni progetti ed alcune volontà. Quello che abbiamo provato a fare in questi mesi, noi Giovani Democratici del Piemonte, è stato provare a donare una casa a tutt* quei giovani che sognano un mondo diverso. Sognano un mondo più giusto, un mondo che guardi più a sinistra. Perché la parola “Sinistra” contiene ed abbraccia tanti dei concetti che abbiamo fin qui enunciato ed elencato: pacismo, solidarietà, sostenibilità, giustizia, solo per citarne alcuni.

Quello che abbiamo voluto fare soprattutto, però, è stato non fermarci. Come non ci siamo mai fermati davanti alle ingiustizie, non abbiamo voluto fermarci nemmeno davanti questa terribile pandemia, abbiamo voluto affrontarla di petto. Abbiamo continuato a fare politica, a discutere, a confrontarci, con tutte le difficoltà di questi mesi, abbiamo continuato a vederci, seppur virtualmente, abbiamo voluto elaborare proposte analizzando la quotidianità del mondo in cui siamo immersi. Abbiamo fatto ciò con umiltà e senza nessuna intenzione di giocare ad imitare alcuni politici che nella politica vedono solamente gestione del potere e intendono l’attività politica come fine ultimo della propria azione.

Il risultato del lavoro di questi mesi è la redazione di un breve manifesto di 45 pagine. Il manifesto è intitolato #IlNostroFuturo ed è stato redatto grazie all’aiuto di tutti i responsabili tematici, a cui va la mia personale immensa gratitudine, e di tanti altri iscritt*.

All’interno del manifesto, ogni capitolo corrisponde ad una tematica che ci sta a cuore e della quale abbiamo appuntato alcuni spunti di riflessione che speriamo possano essere utili a tutt* coloro che vorranno confrontarsi con noi. Non è il momento di creare confini ma è il momento di unire le forze, ora più che mai.

In questi giorni l’Esecutivo regionale è impegnato a presentare il manifesto a tutte le federazioni del Piemonte, infine sarà presentato pubblicamente il 23 dicembre alle ore 21:00 durante una diretta Facebook con la partecipazione anche della Segretaria Nazionale dei Giovani Democratici: Caterina Cerroni.

Non ci arrenderemo mai ad una società atomizzata, ad una società in cui non ci si possa liberamente attivare per fare in mondo che vengano sanate le ingiustizie, ad una società che conosce solamente la modalità virtuale per incontrarsi. Armati di libri e matite, vivi e liberi, con leggerezza e spensieratezza, vogliamo rendere il futuro più nostro.

Ci crediamo ancora nelle parole del Comandante Diavolo e nelle parole di Maria Cervi: resistere è una necessità dei giovani perché nessuna conquista è per sempre. Non sarà facile da affrontare, non sarà semplice da raccontare, ma sarà tremendamente bello!

C’è chi si fa la croce, chi prega sui tappeti

Le chiese e le moschee, gli imam e tutti i preti

Ingressi separati della stessa casa

Miliardi di persone che sperano in qualcosa

Braccia senza mani, facce senza nomi

Scambiamoci la pelle, in fondo siamo umani

Perché la nostra vita non è un punto di vista

E non esiste bomba pacifista

 

Il Segretario Regionale Lorenzo Bontempi