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La Lega propone una grande Asl in Piemonte? Attenzione: Troppi punti deboli

“Per chiarezza: risulta che nei Sistemi sanitari regionali più performanti sono state centralizzate in un’unica Azienda diverse funzioni. Studi specifici dimostrano che la gestione, il controllo e la programmazione di alcuni settori strategici sociosanitari in un unico contenitore restituiscono più efficacia ed efficienza. Per questa semplice ragione risulterebbe inspiegabile e strumentale qualsiasi atteggiamento pregiudiziale messo in atto dalle opposizioni. Noi abbiamo l’obbligo di entrare nel merito della proposta depositata in questi giorni. Ma da una prima attenta lettura non possono sfuggire alcune questioni di fondo che preoccupano e che meritano un serio approfondimento. Intanto non è un testo prodotto dalla Giunta e balza all’occhio l’anomalia dei primi firmatari che appartengono al solo Gruppo della Lega: questo non pone la proposta nel quadro della programmazione politica condivisa all’interno della maggioranza” afferma il Consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti.

“Rilevo che l’elenco delle funzioni poste in carico all’Azienda Zero – prosegue Ravetti – non è di poco conto e di fatto si rischia di “svuotare” di competenze l’Assessorato alla Sanità e di rendere del tutto marginale l’ambito operativo di molte Aziende Sanitarie Regionali, in particolare quelle più piccole. A sostegno di questa ipotesi è utile ricordare, infatti, la scelta fatta dal Presidente della Regione Veneto Zaia che, all’atto della costituzione dell’Azienda Zero, decise di ridurre drasticamente il numero delle Asr”.

“Altri approfondimenti saranno necessari sulla gestione del patrimonio immobiliare, sulla sovrapposizione delle funzioni di ricerca sanitaria di Ires con quelle di Azienda Zero e sul personale nella parte che interesserà le modalità per individuare i vincitori dei concorsi per l’area dirigenziale e per gli incarichi apicali (primariati). Quello che è inspiegabile è la ragione per cui il Presidente Cirio non imponga una discussione organica sul nuovo Piano Sociosanitario e lasci che la riorganizzazione della Sanità si trasformi in uno “spezzatino” di proposte” conclude il Consigliere Ravetti.