La richiesta giunge dal Pd al ministro Speranza 

La riapertura dei confini con i Paesi UE, l’area Schengen, Regno Unito e Israele anche per turismo, con la nuova ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza in vigore dal 15 maggio scorso, è sicuramente un primo e importante passo che inizia a dare respiro a uno dei settori più duramente colpiti dalla pandemia di Covid-19.

In attesa dell’entrata in vigore del “green pass”, però, permane l’obbligo di presentare l’esito negativo di un tampone (molecolare o antigenico) effettuato entro le 48 ore precedenti dall’ingresso in Italia.

Questo provvedimento ha sollevato già diverse critiche nelle aree di confine che vedono la tanto sospirata ripartenza – per la quale l’ingresso dei cittadini provenienti dall’altra parte della frontiera è sempre stata molto importante – posta nuovamente di fronte a nuovi ostacoli.

Per ovviare al problema, il Partito Democratico  ha promosso l’invio di una lettera al ministro Speranza, firmata anche da  esponenti dem sia del Senato sia della Camera dei Deputati tra cui il deputato ossolano Enrico Borghi, per chiedere l’istituzione di una deroga per i cittadini che vivono entro una fascia di 30 chilometri dal confine e che risultano già vaccinati o guariti dal Covid-19. Di seguito il testo integrale della missiva.

“Signor Ministro,

abbiamo accolto con sollievo e fiducia quanto disposto nella Sua ultima ordinanza, che permette l’ingresso dai Paesi dell’Unione Europea e dell’area Schengen, oltre che da Gran Bretagna e Israele, senza obbligo di quarantena. Si tratta sicuramente di un importante passo avanti, capace di dare fiato a un settore come quello del turismo, stremato da un anno di pandemia con le conseguenti chiusure e limitazioni ai movimenti. Grazie ai sacrifici e alla disciplina degli Italiani, e agli straordinari progressi della scienza, possiamo guardare al futuro con la speranza di una solida ripartenza dell’economia.

Resta tuttavia l’obbligo di esibire all’arrivo nel nostro Paese un tampone molecolare o antigenico con esito negativo, effettuato nelle 48 ore che precedono l’arrivo in Italia. È una limitazione che fa sentire i suoi effetti più pesanti soprattutto nelle aree adiacenti ai confini, in cui la consuetudine agli scambi tra le persone è radicata e anzi va nella direzione di una progressiva integrazione dei servizi. Sono scambi resi oggettivamente complessi dalla necessità di effettuare un tampone.

Per questo Le chiediamo di valutare l’opportunità di istituire una deroga da applicare alle aree a ridosso dei confini nazionali, per una fascia della profondità massima di 30 chilometri, entro la quale i cittadini dell’area Schengen che abbiano ricevuto almeno la prima dose del vaccino o siano guariti dal Covid-19 possano muoversi per effettuare incontri con familiari, fare acquisti di beni di consumo, espletare necessità di natura personale.

Confidiamo che, nell’attesa dell’entrata in vigore del pass vaccinale europeo, questa nostra richiesta possa andare incontro a esigenze di territori ben identificati mantenendo alti, com’è giusto, i livelli di sicurezza sanitaria.

In fiduciosa attesa di un riscontro positivo, inviamo i nostri saluti più cordiali,

Sen. Simona Malpezzi

Sen. Alessandro Alfieri

Sen. Tatiana Rojc

Sen. Vito Vattuone

Sen. Mino Taricco

Sen. Dieter Stegher (SVP)

On. Debora Serracchiani

On. Enrico Borghi

On. Chiara Braga

On. Roger De Menech

On. Franco Vazio”