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Gap: Cirio e la sua maggioranza scelgono di cancellare una legge che funziona

DOVRANNO RISPONDERNE AI PIEMONTESI

“Il centrodestra, sordo a tutti gli appelli provenienti dal mondo dell’associazionismo, dagli ordini dei medici, degli psicologi e degli assistenti sociali e dai Sindaci che, con il nuovo testo, vedranno ridimensionato il proprio ruolo dal momento che perderanno la possibilità di influire su orari, distanze e determinazione dei luoghi sensibili, è riuscito, forzando la mano, a approvare una legge iniqua che cancella la legge votata all’unanimità nel 2016 di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Saranno i piemontesi a pagare questa decisione. E ai piemontesi Cirio e la sua maggioranza dovranno rispondere” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Abbiamo provato a arginare in tutti i modi possibili la cancellazione di una norma contro il Gap che ha dato, in questi anni, risultati importanti. Per due volte ci siamo riusciti e soltanto la scelta del centrodestra di forzare il Regolamento ci ha impedito di proseguire la battaglia. Cirio, grande assente durante tutta la discussione, e il centrodestra, invece di impegnarsi per il rilancio del Piemonte dopo la pandemia, invece di affrontare in Consiglio regionale, con la collaborazione e il confronto di tutti, temi cruciali come l’insediamento della giga factory di Stellantis, il potenziamento delle infrastrutture, la creazione di una nuova sanità più attenta ai bisogni dei cittadini, si limitano a agire nell’interesse di pochi: non certo per il Piemonte e i piemontesi” conclude Gallo.

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LA DESTRA CAMBIA LA LEGGE SUL GIOCO, MA E’ COSTRETTA A CEDERE SUI BAR

“Non è un bel giorno per i piemontesi. Abbiamo perso la battaglia in difesa della legge 9/2016 per la prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo patologico, ma l’opposizione più dura che ho visto in questi sette anni a Palazzo Lascaris non è stata vana: il Piemonte resta l’unica regione in Italia in cui le slot non potranno tornare nei bar nonostante i desiderata della Lega”. Il commento del vicepresidente della Commissione sanità, Domenico Rossi, a margine della seduta che dopo un percorso durato due anni chiude l’iter di approvazione del disegno di legge 144 che abroga la legge in vigore aumentando l’offerta di gioco sul territorio.

“In politica la differenza può essere un valore. In questo caso lo è stato. In aula abbiamo assistito ad una battaglia culturale e valoriale – aggiunge il consigliere Dem – da un lato l’attenzione alla salute dei cittadini, alle necessità dei più fragili, dall’altro quello verso gli interessi, senza dubbio legittimi, di un settore, quello del gioco. Ha prevalso la forza dei numeri nonostante gli appelli della società civile, dei medici, degli psicologi, degli assistenti sociali, delle fondazioni antiusura, le associazioni antimafia, della Chiesa, persino dei Sindaci di ogni schieramento politico… davvero non abbiamo lasciato nulla di intentato, ma la maggioranza ha scelto di non ascoltare”.

Slot e macchinette potranno tornare nelle tabaccherie, diminuiscono le distanze dai luoghi sensibili, si riducono i poteri dei Sindaci sulle restrizioni in termini di orari, insomma il Piemonte cambia direzione. “E’ un peccato, dopo i significativi passi avanti ottenuti grazie alla norma votata all’unanimità nel 2016, certificati da ricerche e studi, che la Lega abbia deciso di vanificare tutto. E’ assurdo che Forza Italia, la giunta e soprattutto il Presidente Cirio, che si è sottratto al  dibattito così come gli assessori Icardi e Chiorino, abbia avallato questa scelta sciagurata” aggiunge Rossi sottolineando che “non è credibile che non sia ancora chiaro a tutti come l’aumento dell’offerta di gioco sia la causa della richiesta, solo riducendo le opportunità il fenomeno può essere tenuto sotto controllo. La destra oggi si assume una responsabilità negativa importante, quella dei tanti cittadini che purtroppo si ammaleranno a causa dell’aumento dei macchinette sul territorio ”.

Domenico Rossi, Consigliere Regionale PD

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Approvando questa legge Cirio dimostra la sua idea di Piemonte, lobby prima dei piemontesi

Il disegno di legge sul Gioco d’azzardo patologico oggi è stato approvato.
“Oggi la maggioranza regionale ha approvato il disegno di legge, certificando la scelta di Cirio: ascoltati i diktat di Salvini preferendo le lobby alla salute” commenta il Consigliere regionale PD Diego Sarno “Nel frattempo Cirio ha spaccato la sua maggioranza, con Fratelli d’Italia relegato all’irrilevanza.
Dimostrazione di questo si è avuta nel voto finale: 26 i voti per il numero legale, solo 25 favorevoli, 17 contrari, 3 astenuti, 1 non votante.
Nonostante le forzature, le scorrettezze, le centinaia di ore sprecate, le audizioni inascoltate, si arriva a questa sciagura di legge. Oggi chi ha capitale disponibile potrà investire nuovamente nel gioco d’azzardo, e chi ha capitale libero? L’unica soddisfazione parziale è l’aver ottenuto l’esclusione della maggior parte dei bar dai luoghi di gioco”.
“Vi facciamo una promessa però” conclude Sarno “Non è finita qui. A settembre, dentro e fuori l’aula, la battaglia riprenderà. Pioveranno ricorsi, azioni di contrasto, giudizi di legittimità costituzionale. Noi non saremo complici della inevitabile risalita dei drammatici dati sulla ludopatia”.

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 Abrogata la legge 9/2016 sul gioco d’azzardo. Marello (Pd): «Non finisce qui».

«Abbiamo lottato con passione e determinazione sapendo di essere dalla parte giusta; con il sostegno di tanti cittadini, amministratori, sindaci, associazioni, uomini e donne di chiesa a cui va il nostro grazie!», ha dichiarato oggi il consigliere, «I numeri però in democrazia contano. E la maggioranza di destra guidata dal Presidente Cirio, forzando il regolamento consiliare e pur rischiando di andare in frantumi (4 astensioni dei consiglieri di Fratelli d’Italia e del consigliere della Lega Alessandro Stecco che non ha partecipato al voto) ha abrogato la legge 9/2016 sul gioco d’azzardo patologico. Lo aveva promesso in campagna elettorale e così ha fatto».

«Da domani le nostre città e i nostri paesi torneranno a riempirsi di slot machines come un tempo. Una scelta politica sbagliata contro il “bene comune” e per l’interesse delle lobby del gioco d’azzardo. Ma la battaglia non termina qui.
L’articolo 10 dello Statuto regionale prevede, infatti, il referendum abrogativo di leggi regionali su iniziativa di almeno 50 mila elettori, o di 3 consigli provinciali, o di 10 consigli comunali rappresentativi di un quinto degli elettori della Regione».